Spedito dal Direttore a
seguire la partita dei giovanissimi B (classe 1994) eseguo a malincuore
l’ordine del capo; sono contornato infatti da cattivi presagi e mi preparo ad una
sonora batosta da parte dei divi vestiti di nerazzurro .
Già il preambolo non è
incoraggiante: l’arbitro non arriva, ed allora tra imprecazioni e messaggi beneauguranti nei confronti della Federazione si rimane in attesa dell’arrivo di un sostituto. Non sapendo come
passare il tempo ho modo di dare un occhiata agli
spogliatoi dove i ns. giovani si sono
rifugiati ed allora il mio pensiero va al mondo tutto lustrini del calcio
professionistico confrontato con una realtà del calcio giovanile tutta disagio
e precarietà; ma questa è un'altra storia.
Finalmente l’arbitro,
accompagnato dal padre, arriva e la partita può avere inizio se pure con una buona
mezz’ora di ritardo e con il rischio di essere sospesa per l’oscurità.
Ma per la serie le
disgrazie non sono finite, mi trovo a dover assistere alla partita a fianco del
padre del giovane arbitro, che non perde un minuto e comincia a farmi le lodi
della “sua creatura”, del
suo curriculum arbitrale; l’unico momento in cui si parla della partita è
quando lo sconosciuto mi dice: -però sta giocando meglio l’Astra…..-
detto fatto “la squadra avversaria
approfitta di una ns.ingenuità difensiva e va in
vantaggio”.
A questo punto, si era a
metà primo tempo, provo a sganciarmi da quella
compagnia ma è veramente una missione impossibile, decido allora di trovare
conforto in tutti quei riti scaramantici che noi umani ben conosciamo e
continuo a guardare la partita che devo dire è molto piacevole e con buone
giocate. Ma il primo tempo finisce e noi siamo ancora
sotto…
I ragazzi tornano in
campo ( a dire il vero non sono mai andati via perché hanno preferito rimanere
in panchina al freddo piuttosto che affrontare il viaggio
andata e ritorno verso gli spogliatoi, per di più tanto accoglienti,
che si sarebbe mangiato tutto il tempo
disponibile) e ricomincio a soffrire.
Ma quando il mio
inseparabile vicino mi sussurra: - però è bravino
il portiere dell’inter- vengo
pervaso da una sensazione, che subito diventa realtà quando il ns. centravanti “calcia
una punizione da una posizione piuttosto angolata e il pallone va ad infilarsi
con una parabola dolce sul secondo palo sotto lo sguardo affettuoso del
portiere immobile ” e porta in
parità la ns. squadra.
Siamo circa a metà del
secondo tempo e la partita continua ad essere giocata molto bene da tutti i
ragazzi che si succedono in campo, e devo dire anche
altrettanto bene arbitrata dal figlio del mio coinquilino; l’unica mia
preoccupazione che il mio amico non spari qualche altra sentenza;
fortunatamente è troppo impegnato a seguire il figlio e la partita termina,
quando ormai stanno calando le tenebre, con il giusto risultato di parità e fra
gli applausi del pubblico numeroso ed infreddolito.
Ezio Ficarelli